Cara Agnese,
ti scrivo per
farti sentire la mia vicinanza in questo momentaccio dove la prerogativa
più grande è screditare tutti coloro che lavorano perchè la verità
sulla morte del giudice Paolo Borsellino venga a galla. Ciò che ha detto
il generale Antonio Subranni è vergognoso, ma fa capire il suo valore.
Una persona con la coscienza a posto evita un linguaggio tanto violento.
Confida nella giustizia e sa di poterne venire fuori limpido, al
contrario di una colpevole che attacca violentemente per difendersi.
La morte di Paolo, e di Giovanni prima, sono state per me come le morti
di familiari, di persone care. Due giudici che, facendo onestamente e
con scrupolo il loro mestiere, sono stati eliminati per questo.
Cercavano di rendere, a noi italiani, la vita migliore ed hanno perso la
loro, insieme a tutti i ragazzi delle scorte, insieme a tutti coloro
che ci hanno provato in precedenza.
Non so quanto tempo passerà
ancora prima di giungere alla verità. Non so se coloro che sono i veri
responsabili pagheranno mai e finiranno in carcere. Ma di una cosa sono
certa, un giorno queste persone dovranno fare i conti con la loro
coscienza, e non saranno conti positivi. Dovranno lasciare questo mondo,
come tutti, ma lo faranno con disperazione, perchè chi ha commesso
crimini tanto grandi non può che morire così.
Un grande abbraccio e tanto coraggio, sono con te.
Un bacio.
Carmela Luisi